Durante “Dritto e rovescio”, Ignazio La Russa, presidente del Senato, denuncia la creazione di un dossier sui suoi figli.
Nel corso della trasmissione Dritto e rovescio su Rete4, il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha espresso profonda indignazione per un dossier che riguarderebbe i suoi figli, Geronimo e Leonardo. La Russa, esponente di Fratelli d’Italia (FdI), ha dichiarato: “Quello che mi ha schifato ancora di più non è che abbiano dossierato me, io ci sono allenato, ma i miei figli, in una data peraltro molto sospetta che non può essere una coincidenza”.
Richiesta di trasparenza e chiarezza da parte di La Russa
La Russa ha espresso il suo disappunto verso gli artefici dell’inchiesta, chiedendo di sapere chi sia il mandante dell’operazione: “Io pretenderei che chi ha fatto questa ricerca mi spieghi chi l’ha commissionata, lo dica ai magistrati. È più importante della loro responsabilità sapere a chi l’interessato non ha potuto dire ‘No’ quando gli è stato chiesto di controllare me e i miei figli”, ha affermato. La denuncia di La Russa tocca anche un punto più ampio: la necessità di stabilire una linea di demarcazione tra il potere politico e quello giudiziario, una questione che spesso ritorna nel dibattito italiano.
Interrogato sulla posizione della premier Giorgia Meloni riguardo ai dossieraggi, La Russa ha confermato il proprio accordo con le sue parole, affermando: “Ha centrato” il punto, riferendosi alla volontà della Meloni di fermare questa pratica.
Il nodo della separazione dei poteri in Italia
Oltre al caso del dossieraggio, La Russa ha affrontato anche la spinosa questione della separazione dei poteri tra giudiziario ed esecutivo in Italia. Rispondendo alle critiche di Matteo Salvini sui provvedimenti riguardanti i migranti in Albania, La Russa ha commentato: “Legittimo pensiero di un leader di partito. Cosa vuol dire? Dice che se c’è qualche magistrato risponde più al suo pensiero politico che alle norme… A volte il problema è il limite perché in Italia le norme non delimitano in maniera precisa dove finisce il potere giudiziario e inizia quello politico”.
La Russa ha infine proposto una collaborazione tra maggioranza, opposizione e magistratura per trovare una soluzione condivisa: “Non dico la Costituzione ma insieme maggioranza, opposizione e magistratura dovrebbero lavorarci… È interesse dell’Italia che queste invasioni di campo, a volte anche reciproche, non si verifichino e l’unico modo è definire i limiti”. Con queste parole, La Russa ha rilanciato un dibattito delicato, auspicando una riforma che possa finalmente dare una struttura definita al confine tra potere politico e potere giudiziario.